giovedì 24 agosto 2023

Recensione "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman

 Salve a tutti, e bentornati nel mio blog!

Il libro che oggi voglio farvi conoscere è L'amico ritrovato di Fred Uhlman, un libro che dentro di sé porta dei messaggi molto importanti e che mi ha fatto riflettere mentre lo leggevo. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1791; in Italia, invece, è stato pubblicato per la prima volta per Longanesi nel 1979 con il titolo Ritorno (traduzione del titolo originale Reunion), successivamente ripubblicato nel 1987 dalla casa editrice Feltrinelli.

Il romanzo, ambientato nella Germania Nazionalsocialista di Adolf Hitler, riflette le esperienze vissute dallo stesso autore durante il regime, esperienze che lo hanno segnato duramente. L'autore infatti è nato a Stoccarda nel 1901 da una ricca famiglia ebrea e, dopo che si laureò nel 1923, fece l'avvocato e l'oratore politico per il Partito Socialdemocratico di Germania, di cui il politico Kurt Schumacher era il presidente. Nel 1933, poco prima della salita di Hitler come capo di stato, si trasferì a Parigi sotto suggerimento di un amico e, dopo qualche anno, visse brevemente in Spagna. Nel 1936 si trasferì in Inghilterra, dove sposò Diana Croft. Nel 1935, durante la sua carriera artistica, fece la sua prima mostra personale presso la Galerie Le Niveau a Parigi, e nel 1938 espose alla Zwemmer Gallery a Londra; da quel momento cominciò ad esporre regolarmente in tutta la Gran Bretagna. Nove mesi dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu confinato dal governo britannico sull'isola di Man insieme ad altri stranieri provenienti da paesi vicini; tuttavia, fu rilasciato sei mesi dopo. Nel 1971 Uhlman pubblicò L'amico ritrovato, parte della Trilogia del Ritorno, che comprende anche Un'anima non vile e Niente resurrezioni, per favore. Il romanzo lo consacrò alla carriera, facendogli vincere numerosi premi. Uhlman è morto a Londra nel 1985. 


La storia narra l'amicizia tra Hans, figlio di un medico ebreo, e Konradin von Hohenfels, proveniente da una ricca famiglia aristocratica. Hans conosce Konradin tra i banchi di scuola, al Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda: qui infatti Knoradin viene presentato alla classe come un alunno nuovo. Konradin immediatamente si distingue per la sua eleganza ed il suo portamento, che mostrano il suo lignaggio aristocratico. Queste caratteristiche colpiscono Hans, che desidera diventare suo amico. Tra i due nasce subito un'amicizia magica; sfortunatamente, a causa delle loro appartenenze diverse, i due dovranno lottare per proteggere la loro amicizia.
La particolarità del romanzo è che la storia viene narrata in prima persona da Hans: la storia, infatti, è un lungo flashback narrato dal protagonista. con un linguaggio confidenziale, come se stesse confidando i suoi pensieri più intimi in un diario.  Un altro aspetto che arricchisce la lettura sono le descrizioni dell'ambiente circostante, molto dettagliate e che fanno luce su alcuni particolari che spesso sono uno spunto da cui scaturiscono le riflessioni del protagonista, mostrando il suo mondo interiore.
Questa lettura, all'apparenza semplice, contiene in sé dei temi molto impegnati ed importanti, che possono essere attuali anche al giorno d'oggi, come l'amicizia adolescenziale, il peso delle differenze sociali e delle discriminazioni razziali, che si mostrano senza alcun fondamento ed il coraggio di compiere scelte scomode e di inseguire le proprie idee, il tutto mentre viene mostrato l'orrore della guerra e del regime nazista. Tuttavia, la narrazione ruota attorno al tema dell'amicizia, mostrata come la forza che può combattere quest'orrore: infatti, come questa storia insegna, la vera amicizia è quella che dura negli anni d è in grado di cambiare le persone, dandogli la forza per andare avanti e lottare in un mondo intriso dall'odio e dalla guerra. 
Anche se trovo che anche un pubblico più adulto possa trovare piacevole questa lettura, il romanzo è adatto ai giovani poiché vi si possono ritrovare temi in cui molti ragazzi vi si riconoscono durante l'adolescenza, come l'esperienza scolastica, l'amicizia oltre le differenze, il complicato rapporto con i genitori, il difficile rapporto con i compagni di classe e l'emarginazione sociale. Questo libro è l'ideale per chi cerca un connubio perfetto tra una lettura leggera, dai caratteri adolescenziali, ed una lettura più impegnata, che può essere un buono spunto di riflessione per il lettore.
Al prossimo post!


domenica 13 agosto 2023

Cinque consigli per dipingere perfettamente ad acquerello

 


Salve a tutti, e benvenuti nel mio blog!

A chi non piacciono gli acquerelli, con i loro colori tenui e le sfumature così delicate da apparire sognanti? Sicuramente molti di voi si saranno cimentati almeno una volta in questa bellissima tecnica pittorica, ma, una volta preso il pennello in mano per cominciare a dipingere, avrete sicuramente notato quanto in realtà sia difficile realizzare anche solo un semplice fiore. Se è così preparatevi a ricominciare ad usare gli acquerelli ormai dimenticati in fondo allo scaffale perché sto per darvi dritte e consigli che, sicuramente, vi daranno un grosso aiuto per migliorare il vostro acquerello. 

Prima di cominciare dovete sapere che l’acquerello è una tecnica molto difficile e più antica di quanto si pensi, ma, con la giusta pratica, si possono ottenere risultati davvero notevoli. Innanzitutto esistono diverse tecniche di acquerello, che possono sommariamente essere raggruppate in due categorie: gli acquerelli da illustratore, che sono quelli più delicati, che appaiono un po’ fiabeschi, e gli acquerelli più sfacciati e audaci, che ottengono un finish molto particolare e stravagante. L’acquerello è una tecnica molto versatile perché può essere usato assieme ad altre tecniche come acrilici, china, penne  e tempere. Prima di cominciare è buono sapere che il bianco non viene usato nella pittura ad acquerello (tranne che nelle tecniche miste) e che la carta migliore per questa tecnica è una carta di grammatura da 300 g , ma, sapendole trattare, possono essere usate anche carte inferiori a 300 g.


©: LabArtRavenna


  1. Tiraggio della carta e preparazione della base

É il primo passaggio che spesso viene trascurato da molti acquarellisti ma che può davvero cambiare il risultato del vostro acquerello, e va fatto sia su carte molto grammate che su carte poco grammate, altrimenti si formerà un’antiestetica grinza sulla carta acquerellata; con questo primo passaggio, invece, i vostri acquerelli verranno piatti e trasparenti. Solitamente, le carte migliori sono le carte da acquerello, fatte di cellulosa o o in fibra di cotone, che sono ideali per assorbire l’umidità emessa dall’acquerello distribuendo il colore in modo uniforme, ma può essere usata anche una carta da disegno adeguatamente preparata, anche se il risultato sarà più impreciso, poiché la carta da disegno manca dell’assorbenza della carta acquerellabile e potrebbero formarsi delle bolle nel vostro lavoro. Per completezza ho deciso di illustrarvi come preparare diversi tipi di carta:

  • Tiratura della carta ad acquerello: per prima cosa assicurare il foglio ad una tavoletta ( o a qualsiasi superficie abbastanza resistente) e, solamente nella parte anteriore, immergete un pennello piatto in un barattolo con dell'acqua e, dopo aver scaricato l’eccesso, spennellate la superficie in modo omogeneo con dei movimenti orizzontali per spandere le colle sul foglio in modo uniforme; successivamente, ripetete il passaggio con movimenti verticali. Appena sarà completamente asciugato in modo naturale il foglio sarà pronto per essere dipinto.

  • Tiraggio della carta da disegno non da acquerello: ripetete i passaggi descritti precedentemente, ma questa volta bisogna ripeterli in entrambe le facce del foglio (per fissare il foglio non usate lo scotch, ma bagnate prima i bordi e poi spostatevi sul resto del piano da lavoro), dopodiché fate asciugare il foglio pressandolo sotto pressa (o tra due basi pesanti) per farlo asciugare ben dritto.  

  • Tiratura del cartoncino da disegno: fissate il foglio su una base abbastanza resistente con delle puntine da disegno che dovranno essere fissate con colpi dolci di martello (fate attenzione a non dare colpi troppo duri perché avrete difficoltà a rimuoverle); dopo aver assicurato in questo modo ogni lato del foglio, spennellarlo con l'acqua solo su un lato, prima orizzontalmente e poi verticalmente.



2. Scegliere il giusto tipo di acquerello

Solitamente gli acquerelli possono essere di due forme: o in tubetto o in pastiglia. Dal punto di vista finale non c’è alcuna differenza tra i due tipi di acquerello (se diluiti con l’acqua), ma, dal punto di vista della comodità, gli acquerelli in pastiglia sono più comodi da usare all’esterno e possono essere facilmente portati con voi; i tubetti, invece, sono ideali per un acquerello più professionale ed, essendo la materia già pronta all’uso, non bisogna preparare il colore. Questi ultimi, però, vanno conservati in certe condizioni e con molta cura. La scelta del tipo di acquerello da utilizzare spetta a voi, in base alle vostre esigenze e preferenze.


 Acquerelli in pastiglia, ©:Google


Acquerelli in tubetto, ©:Google



3. Scegliere le giuste tecniche per realizzare campiture e sfumature

Innanzitutto per le grandi campiture è necessario utlizzare un pennello piatto o un pennello a punta superiore al 6, tipo un 10 o un 12, perché non si può realizzare una campitura di grandi dimensioni con un pennello piccolo. Per realizzare le campiture possono essere usate due tecniche: del bagnato su asciutto del bagnato su bagnato.

  • Tecnica del bagnato su asciutto. preparate il colore e intingervi il pennello già bagnato, dopodiché stendete il colore sulla tela con dei movimenti omogenei e far asciugare

  • Tecnica del bagnato su bagnato: stendere l’acqua sulla superficie da lavoro con il pennello e lasciate riposare circa una ventina di secondi 


©:Google

Una delle cose più difficili della pittura ad acquerello è realizzare delle sfumature omogenee e gradevoli alla vista; in effetti, delle sfumature realizzate bene possono dare più profondità al vostro lavoro rendendolo più interessante. Vediamo le diverse tecniche per realizzare la sfumatura perfetta:

  • Tecnica per sovrapposizione: fate una prima passata uniforme con il colore e fate asciugare; dopodiché ripassare il colore sul colore già asciutto ma fermarsi un po' prima (circa a tre quarti) e lasciare asciugare. Ripetete il passaggio fino ad ottenere la sfumatura desiderata

  • Tecnica per diluizione: passare una striscia di colore sulla superficie da lavoro. Con un cucchiaino d’acqua allungate il colore nella pastiglia ( o nella tavolozza) e mescolate; quindi allungate la passata di colore fatta prima. Procedere ripetendo il passaggio finché non avrete ottenuto la sfumatura desiderata

  • Tecnica per compensazione di colore: passate il colore sulla superficie, sciacquate bene il pennello e asciugarlo bene in una pezza; dopodiché posizionate il pennello leggermente sotto il colore passato e cominciate a spennellare dal basso verso l’alto con movimenti a zig zag raccogliendo il colore e portandolo verso il basso, in questo modo si creerà una sfumatura. Ripetere i passaggi per ottenere più sfumature


4.
Cambiare l’acqua 

Per quanto possa sembrare scontato, non cambiare l’acqua durante la pittura può seriamente rovinare il vostro lavoro: se l'acqua è troppo sporca o troppo piena di colori miscelati insieme, il pennello assorbe tutto il materiale contenuto e può sporcare la vostra pittura, andando a rovinarla. Per questo è altamente consigliato cambiare l’acqua se troppo sporca o quando si deve cambiare colore.


5. Disegnare lo schizzo

Questo passaggio è facoltativo per gli artisti più esperti, ma, soprattutto per chi è alle prime armi, fare uno schizzo di ciò che si vuole realizzare può davvero essere di grande aiuto. Un consiglio per risolvere il problema delle antiestetiche linee a matita è quello di ricalcare, magari con un pennello a punta sottile, le linee a matita con l’acquerello. Chi invece è più pratico può provare invece a realizzare lo schizzo direttamente con gli acquerelli: il risultato sarà un disegno dall'effetto tridimensionale.


Questi sono degli accorgimenti per aiutarvi a dipingere più facilmente con gli acquerelli, ma ricordate che è solo la pratica che rende perfetti. Spero che questa guida possa esservi d’aiuto, e fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se avete degli ulteriori suggerimenti !

Al prossimo post!




domenica 30 luglio 2023

Recensione "La ragazza del Kyushu" di Matsumoto Seichō

 Salve a tutti, e bentornati nel mio blog! La lettura che voglio farvi conoscere oggi è "La ragazza del Kyushu" di Matsumoto Seichō, pubblicato inedito in Italia nel 2019 dalla casa editrice Adelphi. Matsumoto Seichō, nome d'arte di Kiyoharu Matsumoto è nato a Kitakyūshū (città situata nell'isola di Kyushu, nel Giappone meridionale) il 24 dicembre 1909 ed è stato giornalista e  scrittore giapponese. Ha abbandonato gli studi da giovane e ha iniziato a lavorare in una serigrafia; nel 1943 inizia a pubblicare i primi racconti di genere storico, ma è dal 1955 che comincia a pubblicare i primi racconti gialli di stampo realistico. Nel 1957 vince il premio del Club degli scrittori polizieschi per una sua antologia. Muore di cancro a Tokyo il 4 agosto 1992.

              ©:Google

La storia inizia con Kiriko, una giovane donna proveniente dalla regione del Kyushu, che si reca a Tokyo per chiedere l'aiuto dell' millustre avvocato Otsuka Kinzō per chiedere il suo aiuto, poiché il fratello della ragazza è stato ingiustamente accusato d'omicidio e quello assegnatogli dall'ufficio non fa altro che appoggiare la sua colpevolezza. Sfortunatamente, però, Kiriko non può pagare il penalista ed egli si rifiuta di seguire il caso. Il fratello della ragazza viene accusato di omicidio e muore in carcere un giorno prima della sentenza. Kiriko si ritrova così sola e sconvolta, desiderando solo di vendicare il fratello morto.
Le vicende sono narrate con un linguaggio giornalistico chiaro che rende le scene trattate dinamiche e le descrizioni riportate sono brevi ma efficaci per far immedesimare i lettori nell'atmosfera del racconto. La particolarità del romanzo è l'ottima caratterizzazione dei personaggi, in particolare del personaggio di Kiriko, che viene descritta, nonostante la giovane età di appena vent'anni, con un'aria inflessibile e fredda, che rappresenta appieno il peso psicologico che è costretta a portare dentro di sé. Mentre si prosegue con la lettura, si può notare come il romanzo sia diviso in due parti, una prima parte che presenta più caratterizzazione psicologica ed una seconda parte in cui vengono spiegati i background e le dinamiche dei personaggi.
Ciò che rende questo libro degno di essere letto è il tema di denuncia della società corrotta, tema presente in molti lavori dell'autore, che era solito affrontare nei suoi romanzi i problemi sociali giapponesi, con una predilezione per l'indagine strettamente logica ed intuitiva: infatti il fulcro della vicenda non è un mistero da risolvere, come si può notare nei gialli abituali, ma un groviglio di amarezza, ingiustizia e la ricerca di un riscatto. Questo romanzo non è una semplice lettura investigativa, ma è un vero e proprio spunto di riflessione sui temi della corruzione, dell'ingiustizia che affligge spesso gli ultimi della società e il labile confine che esiste tra giustizia e vendetta, ed è per questo che consiglio vivamente di dargli una possibilità se vi piacciono i gialli cupi e realistici con un risvolto psicologico. 
Fatemi sapere nei commenti se lo leggerete e cosa ne pensate, al prossimo post!

giovedì 20 luglio 2023

Recensione "Il vecchio e il mare" di Ernest Hemingway

 Salve a tutti, e bentornati sul mio blog! Il libro che voglio proporvi oggi è un romanzo breve intitolato Il vecchio e il mare, romanzo scritto da Ernest Hemingway e pubblicato per la prima volta nel 1952 sulla rivista  Life, ristampato recentemente dalla casa editrice Mondadori. 

Hemingway è nato a Oak Park, nell'Illinois, nel 1899, e durante la sua vita, oltre ad essere uno scrittore, è stato anche un giornalista attivo. Ha partecipato attivamente agli eventi della prima guerra mondiale, e durante il 1920 è stato parte della comunità di espatriati americani a Parigi. La sua vita privata è stata piuttosto tormentata: egli infatti ha avuto quattro matrimoni e sembra che avesse avuto anche numerose relazioni extraconiugali. Nel 1953 ha ricevuto il premio Pulitzer per Il vecchio e il mare , e nel 1954 gli è stato conferito il premio Nobel per a letteratura. Hemingway è morto suicida nel 1961 nella sua casa di Ketchum, a causa di alcune manie depressive di cui ha sofferto in quegli anni.


©:Google

Il protagonista della storia, ambientata a Cuba, è Santiago, un vecchio pescatore che da un po' di giorni non riesce più a pescare neanche un pesce. Prima era aiutato da un giovane di nome Manolin ma, vedendo i suoi scarsi risultati dopo ogni sessione di pesca, i genitori del ragazzo non vollero più che aiutasse il vecchio, e lo mandarono presso un altro pescatore più abile e fortunato; i due, comunque, sono rimasti in buoni rapporti. Sentendo la mancanza del ragazzo, una sera Santiago decide di andare l'indomani mattina a pesca con l'obiettivo di pescare un grosso pesce, in modo di riaffermarsi come abile pescatore. Durante la sua sessione di pesca, Santiago dovrà affrontare da solo le avversità che il mare avrà da offrirgli.
Ciò che colpisce durante la prima lettura è l'inusuale impostazione del romanzo: la storia, infatti, non presenta la consueta suddivisione in capitoli, ma, al contrario, la storia appare scritta in un solo colpo; questo perché essa è stata effettivamente scritta dall'autore tutta d'un getto in poco più di otto settimane nella primavera del 1951. Proseguendo nella lettura, si può notare che ciò che la rende scorrevole è il linguaggio volutamente elementare  (quasi a voler evidenziare la scarsa conoscenza scolastica dei personaggi), tra cui spicca un accurato gergo marinaro. Il fulcro del romanzo è racchiuso nel momento in cui il vecchio va a pescare e a tentare la sua impresa, poiché, la tensione che permea la scena rispecchia la tensione provata al momento da Santiago.
Durante la lettura vengono evocate sensazioni di nostalgia e di solitudine, sensazioni che verranno riscontrate nel corso delle vicende narrate. ciò che salta agli occhi è l'evidente affetto che il vecchio prova nei confronti di Manolin che, essendo l'unica persona ad interagire e a prendersi cura di lui, rappresenta il suo unico contatto con il mondo esterno. Il tema principale della narrazione è la sconfitta dell'uomo che non riesce a trionfare, nonostante la sua vittoria; tuttavia, ciò che, secondo Hemingway, importa davvero è l'impegno messo nell'affrontare il destino, poiché solo nella misura di questo impegno si può vincere nonostante la sconfitta.
In conclusione, nonostante le riflessioni a tratti ridondanti e qualche ripetizione di troppo, il ritmo narrativo lento riesce a rendere la storia piacevole. In particolar modo ho apprezzatole descrizioni vivide ed accurate del mondo della pesca, che fanno immedesimare il lettore nelle fatiche affrontate dal protagonista, facendogli rivivere le stesse sensazioni provate dal personaggio.
Se siete amanti del mondo della pesca e cercate una storia semplice e, allo stesso tempo, emozionante nella sua semplicità, questo romanzo è ciò che fa per voi.
E voi? leggerete questo libro durante questa stagione estiva? fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate!
Al prossimo post!  



giovedì 13 luglio 2023

Recensione “ I sotterranei della cattedrale “ di Marcello Simoni

                                

 Sei alla ricerca di una lettura semplice ma avvincente, con una nota di mistero? Ho il libro che fa per te! Questo romanzo è stato scritto da Marcello Simoni ed è stato pubblicato nel 2013 dalla casa editrice Newton Compton Editori. Nato a Comacchio nel 1975, Marcello Simoni è un ex archeologo laureato in lettere, attualmente bibliotecario; nella sua carriera da scrittore ha pubblicato diversi saggi storici e romanzi gialli, tra cui Il mercante di libri maledetti, il suo romanzo d’esordio. 




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La storia è ambientata nell’Urbino del 1789, con protagonista Vitale Federici, brillante studente universitario che, mentre si sta recando in biblioteca per completare le ricerche per il suo Dottorato, viene a sapere dai suoi amici Gaspare e Bonaventura della morte del professor Lamberti, suo docente di filosofia, il cui corpo è stato rinvenuto in all’interno della cattedrale della centro urbano. La spiegazione più plausibile è che sia precipitato dalle impalcature del soffitto, erette per la ricostruzione della cupola. Tuttavia, il giovane non crede a questa spiegazione e nutre subito il sospetto che dietro l’accaduto si celi qualcos’altro, e comincia ad indagare sull’avvenimento per conto proprio. Durante le sue indagini scopre che il professor Lamberti qualche giorno prima della sua morte stava effettuando delle ricerche su un tempio dedicato alle Ninfe, che si dice si trovi nei sotterranei della città. Appassionandosi al mistero e volendone capire ancora di più, Vitale giunge alla sconcertante conclusione che il professor Lamberti dev’essere stato ucciso. Tocca a lui scoprire da chi è stato ucciso e cosa c’entri il tempio delle Ninfe con tutto ciò.

La narrazione, rientrante nel genere del thriller storico, è caratterizzata dall’uso di termini semplici con l’impiego di qualche termine più elaborato che si adatta perfettamente con l’ambientazione della storia. Durante la lettura si può notare una prevalenza di dialoghi ed avvenimenti, mentre le descrizioni, anche se brevi, riescono a far immedesimare il lettore nelle vicende narrate, cogliendone le principali sfumature.

Per concludere, ho trovato questa lettura piacevole da leggere e facilmente scorrevole, catturandomi sin dall’inizio con la sua trama semplice ma intrigante, grazie ai colpi di scena che si verificano nei punti più salienti del racconto. In particolar modo ho apprezzato la perfetta ambientazione storica, molto precisa anche nelle descrizioni e nei termini usati . Inoltre ho trovato interessante il personaggio di Vitale Federici, brillante e acuto, che si è coraggiosamente fatto avanti nella risoluzione di un caso così complesso che nasconde corruzioni e insidie ; altri personaggi che ho apprezzato sono i due amici di Vitale, Gaspare e Bonaventura, pronti ad aiutare l’amico nella risoluzione dell’enigma. 

 Proprio per questi motivi, questa lettura è vivamente consigliata a chi cerca qualcosa di diverso ma allo stesso tempo piacevole da seguire, a chi desidera leggere un giallo che si differenzia dai gialli classici, grazie alla presenza di sfumature gotiche ed enigmatiche che ne arricchiscono la trama. 


martedì 27 giugno 2023

VI PRESENTO IL BLOG “LIBRI D’AUTORE”

                              

Salve a tutti e benvenuti! Sono una grande appassionata del mondo dei libri e della cultura in generale, e questo blog nasce proprio grazie a questa passione. Infatti, ho sempre amato la lettura, immergermi nelle storie, immaginare i personaggi e i luoghi narrati… ho sempre trovato che leggere fosse come viaggiare con la mente, e ciò mi ha sempre affascinato . Un’altra grande passione che possiedo è la scrittura, passione che possiedo sin da quando ero bambina perché l’ho sempre trovato un modo per esprimermi e per narrare nuove storie, storie con cui altri lettori possono sognare. Sono proprio queste mie passioni che mi hanno spinto ad aprire questo blog, perché voglio condividerle con chi le condivide, sperando di attirare più persone verso questo mondo affascinante.

Nel mio blog potrete trovare recensioni di libri, per aiutarvi nella ricerca dei libri più adatti alle varie esigenze, ma anche recensioni di applicazioni, piattaforme, siti internet e strumenti artistici e letterari, biografie di scrittori famosi, classifiche e tanto altro circa il mondo della letteratura e della cultura in generale. 

Spero che sarete numerosi a leggere i miei articoli, e che vi possano far avvicinare di più alla lettura.

Al prossimo post!


Recensione "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman

 Salve a tutti, e bentornati nel mio blog! Il libro che oggi voglio farvi conoscere è L'amico ritrovato di Fred Uhlman, un libro che den...